Andare dallo psicologo: comprendersi per vivere meglio e fare scelte consapevoli.

Oggi giorno andare dallo psicologo non è più percepito negativamente come una volta.

In passato, il termine “strizzacervelli” e l’idea che dallo psicologo ci andassero "i matti” erano dovuti all'erroneo accostamento con la vecchia psichiatria.

Proviamo a far chiarezza su cosa sia il disagio psicologico: stare male psicologicamente non significa dunque essere matti, andare fuori di testa, ma implica presentare tutta una serie di malesseri, non sempre facilmente riconoscibili, che fanno soffrire più di una malattia fisica.

Star male psicologicamente significa essere molto tristi, così tristi da non trovare conforto in nulla...

Significa avere dei pensieri fissi che si ostinano a stare nella nostra mente e noi non sappiamo come mandarli via...

Significa avere paura di qualcosa che in fin dei conti sappiamo essere innocuo...

Significa avere dei comportamenti che ci fanno sentire un po’ diversi dagli altri.

La sofferenza psicologica ci provoca un disagio interno che il più delle volte non viene percepito da chi ci è vicino. Abbiamo paura che gli altri si accorgano che ci sentiamo diversi, e questo ci provocherebbe imbarazzo. Così, possiamo diventare molto abili a nascondere le nostre paure, ad inventare scuse per non uscire, a prenderci in giro dicendo “non sto bene, ma non è niente…”

Purtroppo, le persone non sempre sono attente alla loro salute psicologica come lo sono alla loro salute fisica e tendono a rimandare, evitare, negare l’esistenza del problema interiore: capita quindi spesso che una persona (o un suo familiare o una persona vicina) si rivolga ad uno psicologo solo quando i sintomi di un qualche disagio (ansia, panico, depressione o altri) sono diventati ingestibili e la vita della persona è compromessa in vari ambiti.

CHI è LO PSICOLOGO?

Gli psicologi non sono guru che ti guardano dall'alto, ma dei figli, dei padri e delle madri a loro volta.

Provano emozioni, hanno delle difficoltà e delle debolezze come tutti, sono esseri umani.

Allo stesso tempo sono professionisti di un’affascinante materia, dedicano gran parte della loro vita allo studio della mente e del comportamento umano e scelgono di svolgere un lavoro attraverso il quale possono fornire aiuto e sostegno alle persone sia attraverso la loro esperienza, sia attraverso la loro personalità.

COSA SI FA IN STUDIO?

Il mio approccio si sviluppa attraverso un colloquio iniziale, come momento di espressione e comprensione della domanda che la persona mi pone. Durante questo incontro diventa possibile mettere meglio a fuoco il disagio espresso, l’ambito della sofferenza portata e le aree di complessità più evidenti, da cui partire per la proposta di un progetto di lavoro insieme.

La consapevolezza che l'occuparsi di Sé e del proprio disagio comporti, oltre ad un impegno emotivo e di tempo, anche un carico economico, mi ha portato verso una “psicologia sostenibile”, una scelta etica che si traduce in una proposta di intervento a compensi calmierati.